Balkan Film Festival – II edizione, 5 giorni ricchissimi di grande cinema e forti emozioni

La seconda edizione del Balkan Film Festival, tenutasi alla Casa del Cinema a Roma, dal 6 al 10 ottobre, su iniziativa dell’Associazione italo-balcanica Occhio Blu, ha mantenuto pienamente le sue promesse. Milcho Manchevski, già Leone d’oro a Venezia, con  una sua  prestigiosa intervista rilasciata al regista albanese Roland Sejko, ha aperto il Festival, trattando della universalità nel linguaggio cinematografico, dei valori espressi nelle sue poderose opere passate, del suo film attualmente  in lavorazione, Kayak, incentrato sui costumi sociali e sulle libertà individuali.

In generale, il tema della donna ha dominato la seconda edizione del Festival. Dopo la proiezione di Willow, magistrale trilogia di Manchevski, sul ruolo della donna  in tre epoche diverse, l’attenzione del pubblico della Casa del Cinema è stata focalizzata sull’”ondata rosa” della cinematografia balcanica, testimoniata dalle due registe kosovare, Antoneta Kastrati, More Raça e dalla regista svizzera di origine croato-bosniaca, Andrea Štaka, attraverso le loro eloquenti produzioni cinematografiche e la vibrante partecipazione al Panel sul cinema al femminile nei Balcani. Il loro virtuale manifesto di denuncia e proposta sulla società balcanica, emerso nel Panel, ha evidenziato il ricchissimo, sorprendente contributo delle registe donne alla ricostruzione e alla transizione dei Paesi balcanici.

Uno specifico Focus sulla effervescente cinematografia del Kosovo, con la presentazione di “Zana” di Antoneta Kastrati, di “Andromeda Galaxy” di More Raça, di “Novembre freddo” di Ismet Sijarina, ha evidenziato la straordinaria ricchezza propositiva del cinema balcanico specie in alcune  particolari aree culturali, quale quella del piccolo Kosovo, in cui la produzione femminile ha raggiunto qualità di grande pregio.

Un omaggio allo scomparso  maestro serbo, Goran Paskaljeviç, con la proiezione del suo incisivo Honeymoons, ha illustrato il dramma dell’emigrazione balcanica verso l’Europa occidentale.

La favola di una convivenza sofferta tra le comunità contadine di confine tra Italia e Slovenia è stata presentata con grande eleganza e maestria nel film sloveno-italiano di Gregor Boziç “Storia dai boschi di castagne”, che ha meritato il forte apprezzamento del pubblico della Casa del cinema.

Tutti gli altri film della selezione, rappresentativi di 10 Paesi, hanno contribuito all’immagine forte della cinematografia balcanica: il bulgaro “Strah”/ “Fear”, di Ivaylo Hristov, una storia abilmente proposta tra xenofobia e solidarietà; il greco “Raftis”/ “Il Sarto”, di Sonia Liza Kenterman, fantasiosamente e argutamente immerso nella crisi economica di Grecia ed Europa dell’ultimo decennio; il romeno “Berliner”/ “The Campaign”, di Marian Crisan, specchio di corruttele politico-culturali, nella provincia agricola rumena; l’albanese “Streha mes reve”/ “La capanna tra le nuvole” di Robert Budina, ispirato alla coesistenza religiosa in Albania.

I cinque giorni con il cinema balcanico alla Casa del Cinema hanno incoraggiato il pubblico a rafforzare il rapporto conoscitivo con i Balcani, nell’auspicio che il Festival possa in futuro continuare la sua missione di conoscenza e collaborazione con una società così vicina a noi, e tanto importante per noi, e possa far lievitare progressivamente le coproduzioni tra le cinematografie balcaniche ed italiane.

Presentazione del Balkan Film Festival
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Il Balkan Film Festival in un album di foto di Cattive Produzioni: